Nella due giorni romana nel segno della ricostruzione dell'Ucraina la notizia più rilevante giunge da Washington: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato un’importante dichiarazione sulla Russia per lunedì prossimo, lasciando intendere una possibile svolta sull’approccio della sua amministrazione nei confronti del conflitto.
Per Zelensky "segnali politici positivi ai massimi livelli"
Tornato a Kiev dopo la Conferenza, il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato di aver ricevuto "segnali politici positivi ai massimi livelli" da parte dei partner occidentali, inclusi gli Stati Uniti e i principali alleati europei. In un videomessaggio diffuso su X, Zelensky ha affermato che i flussi di aiuti militari sono stati ripristinati e che ora l’attenzione si concentra sull’aumento della produzione interna di armamenti. "Stiamo lavorando intensamente con i nostri alleati per espandere la capacità industriale del settore difesa in Ucraina", ha dichiarato il presidente. "Abbiamo già raggiunto accordi importanti e ne stiamo negoziando altri, che puntiamo a finalizzare nelle prossime settimane. La velocità di attuazione è cruciale".
L’Italia si conferma un attore centrale nella strategia europea di ricostruzione post-bellica dell’Ucraina. Con oltre 40 intese bilaterali siglate, il governo italiano ha messo in campo un impegno concreto che combina intervento pubblico, innovazione privata e cooperazione multilaterale, contribuendo in modo sostanziale alla cornice europea di sostegno a Kiev. Tra i punti chiave emersi, spicca l’annuncio di nuovi impegni finanziari per circa 10 miliardi di euro, destinati a progetti in settori strategici come infrastrutture, sanità, energia e agricoltura. La due giorni romana ha dunque tracciato un percorso solido, in cui le collaborazioni industriali, l’attivazione di linee di credito multilaterali e una visione geopolitica integrata convergono verso un obiettivo comune: accompagnare l’Ucraina non solo nella fase della ricostruzione materiale, ma anche in quella della sua piena integrazione nel futuro architrave europeo.
L'annuncio di Trump
In un’intervista telefonica rilasciata a Kristen Welker di NBC News, Trump ha chiarito la sua posizione: "Stiamo inviando armi alla NATO, e la NATO sta pagando il 100% del costo. Poi sarà l'Alleanza a decidere come utilizzarle, anche eventualmente fornendole all’Ucraina". Il presidente ha insistito sul fatto che formalmente gli Stati Uniti non stanno armando direttamente Kiev, ma piuttosto trasferiscono materiale militare all’Alleanza, che può “decidere cosa farne”.
Secondo quanto riportato da Axios, il piano dell’amministrazione Trump prevederebbe la vendita di armamenti agli alleati NATO, che poi li trasferirebbero a Kiev. Due funzionari dell’Amministrazione hanno precisato che non si tratta di un invio diretto, ma la dinamica di fatto risulta simile. Fonti interne ipotizzano che le forniture includano non solo sistemi difensivi ma anche armamenti offensivi, come razzi a medio raggio.
Secondo Reuters, il presidente avrebbe già dato mandato al suo team di predisporre un primo pacchetto di forniture militari dirette all’Ucraina, utilizzando la Presidential Drawdown Authority, lo stesso meccanismo adottato dall’amministrazione Biden. Il valore stimato della tranche iniziale sarebbe di circa 300 milioni di dollari e potrebbe includere batterie Patriot e missili a media gittata.
I lavori a Roma
La Ukraine Recovery Conference di Roma è stato "l'evento più grande e produttivo" organizzato finora "questo è un dato di fatto". Lo ha affermato Oleksiy Sobolev, primo viceministro dell'Economia ucraino, intervenendo alla cerimonia di chiusura dell'evento. "Sono stati siglati oltre 200 accordi per un valore totale di oltre 10 miliardi di euro", ha aggiunto.Da Roma, il premier Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno europeo con parole nette: "Il piano russo è fallito. Oggi abbiamo assunto impegni per 10 miliardi di euro: spero sia l’inizio di un miracolo economico per l’Ucraina".
L’Italia ha formalmente assunto il patronato sulla città di Odessa, impegnandosi in prima linea nella tutela e nel restauro del suo patrimonio culturale. Il piano di intervento prevede il recupero di alcuni dei simboli più significativi dell’identità storica e artistica della città sul Mar Nero, tra cui la Cattedrale della Trasfigurazione, la sede della Filarmonica e il Museo delle Belle Arti. Parallelamente, la regione di Odessa sarà al centro di un progetto per l’uso sostenibile delle risorse idriche, promosso in collaborazione con esperti italiani, in un’ottica di resilienza ambientale e rafforzamento delle infrastrutture civili. Kiev ha inoltre annunciato la firma di una dichiarazione di intenti trilaterale tra il governo ucraino, l’Italia e la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB). L’accordo prevede un finanziamento aggiuntivo al progetto “Home”, volto a sostenere il meccanismo istituito dalle autorità ucraine per il risarcimento dei cittadini le cui abitazioni sono state distrutte o gravemente danneggiate dalla guerra.
Sviluppo di collegamenti passeggeri e merci tra Italia e Ucraina per favorire la mobilità, il commercio e la logistica internazionale e trasferimento del know-how tecnico del settore del trasporto e consulenza per lo sviluppo di un’infrastruttura ferroviaria moderna e resiliente. Questi i principali punti chiave del Memorandum di Cooperazione (MoC) firmato dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS, Stefano Antonio Donnarumma, e dal CEO di UZ, Oleksandr Pertsovskyi, che avrà l’obiettivo, non vincolante, di esplorare opportunità di collaborazione nell’arco dei prossimi due anni.
Rafforzare il sistema sanitario ucraino in tutte le sue componenti, con un’attenzione prioritaria alle regioni più colpite dalla guerra: è questo l’obiettivo del Memorandum d’Intesa firmato oggi a Roma tra il ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci, e il vice ministro ucraino Edem Adamanov, nell’ambito della Conferenza internazionale sulla ripresa dell’Ucraina. L’accordo definisce le direttrici principali della cooperazione bilaterale nel settore della sanità: dallo sviluppo delle infrastrutture mediche, al ripristino dei servizi essenziali di assistenza sanitaria, fino alla modernizzazione delle strutture territoriali e alla stabilizzazione della fornitura di cure a livello nazionale.
Gli altri dossier e la situazione sul campo
Nel corso della stessa conferenza, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato via social la firma di un Memorandum d’Intesa con l’AIEA: "Ho incontrato Rafael Grossi, direttore generale dell’agenzia, e l’ho ringraziato per il supporto. Il documento formalizza la cooperazione per la ripresa del sistema energetico nazionale". L’accordo segna un ulteriore tassello nella ricostruzione strategica delle infrastrutture civili del Paese, con il supporto diretto dell’agenzia atomica delle Nazioni Unite.
Mentre la diplomazia si muove su più fronti, la guerra sul terreno continua. Un attacco russo ha colpito nelle ultime ore un quartiere residenziale nel centro di Kharkiv, causando un incendio e il ferimento di almeno tre civili. Secondo quanto riportato dal sindaco Ihor Terekhov, è stata danneggiata anche una struttura medica in funzione. Successivi aggiornamenti forniti dal capo dell’amministrazione militare regionale, Oleh Syniehubov, parlano di un attacco condotto con droni Shahed alle 05:35 del mattino nel quartiere di Saltivka, con danni strutturali a un edificio di tre piani e un incendio sviluppatosi su un’area di circa 20 metri quadrati. Il presidente degli Stati Uniti ha commentato l'attacco: "Vedrete cosa succederà", ha detto Trump ai reporter.
A margine della riunione ASEAN a Kuala Lumpur, intanto, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha confermato che la posizione del Cremlino sulla guerra in Ucraina è stata trasmessa all’amministrazione statunitense: "Abbiamo discusso della questione ucraina e confermato la linea illustrata da Vladimir Putin durante il colloquio del 3 luglio con il presidente Trump", ha dichiarato ai media russi. Lavrov ha tenuto il confronto con il nuovo segretario di Stato statunitense Marco Rubio, nel corso di un incontro che ha avuto toni diplomatici ma ha lasciato intendere divergenze strategiche profonde.