"L'Ucraina non è sola. La sua sicurezza è quella di tutti noi"

Scritto il 11/07/2025
da Massimiliano Scafi

Il messaggio del presidente Mattarella. "La conferenza a Roma un successo"

L'Ucraina? Ma l'Ucraina siamo noi, dice Sergio Mattarella, siamo l'Occidente, il mondo libero, il popolo largo della democrazia e dei diritti, il tesoro conquistato dei valori e del rispetto dell'umanità. E Kiev non è la periferia, ma il centro dell'Europa. È qua dietro, il Paese accanto, che dobbiamo sostenere ancora e difendere. "La sua sicurezza rappresenta la sicurezza di tutti", non possiamo proprio girarci dall'altra parte. E questo è nel dna della Ue, il motivo fondante, il collante della comunità. "L'Unione Europea, nel ribadire la sua stessa ragion d'essere contro le politiche di potenza, è chiamata a riaffermare la volontà di sviluppare un mondo interconnesso, libero, sicuro, prospero", contro "la voglia di sopraffazione di potenze più armate" che cercano "di imporre il loro dominio sugli altri popoli".

Il discorso asciutto, breve, cinque minuti appena, ma fermo e denso del capo dello Stato chiude la prima giornata della conferenza internazionale per la ricostruzione dell'Ucraina e dà il senso profondo dei lavori alla Nuvola dell'Eur. In sintesi: l'aggressore russo va fermato, una pace va accettata solo se giusta e se riconosce la sovranità e l'integrità del Paese aggredito, non è Europa se non riesce a salvare Kiev. La soluzione è affidata alla diplomazia mondiale ma la Ue deve esserci, contare. Sul punto Quirinale e Palazzo Chigi tengono la stessa linea. L'Italia fa la sua parte, la fa bene, in continuità, come dimostra l'appuntamento romano, che Mattarella definisce "un successo e una speranza".

L'Ucraina siamo noi, ma anche la storia siamo noi, almeno la storia bella della democrazia, non quella "sbagliata espressa dalle politiche di sopraffazione e violenza". Sarà lunga, sarà dura, dice il presidente, "però è importate che Kiev avverta di non essere sola, e questo è il primo messaggio della conferenza". Quanto a Volodymyr Zelensky, accolto mercoledì sul Colle con grande affetto, deve insistere "nella scelta europea, da perseguire nonostante le difficili condizioni".

Bombardamenti, città distrutte, sangue, morte. È tempo di tenere duro. "Gli ucraini - ricorda Mattarella - sono eroici, hanno sopportato sacrifici pesantissimi, ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro e non al passato". Ora devono avere fiducia perché "proiettandosi verso il domani Kiev può contare su un sostegno corale". Adesso si spera e si lavora perché "nelle vicende internazionali prevalgano comportamenti che aprano alla speranza e a un mondo contrassegnato dallo spirito di collaborazione".

Non è con le armi che si risolvono le dispute. "Non possiamo arrenderci a una deriva che appare voler aumentare soltanto la frenesia di comando per allungare ogni limite". Non cita Mosca, non c'è bisogno.

Insomma, bisogna frenare "le politiche anacronistiche". Nei mesi scorsi il capo dello Stato ha paragonato l'azione della Russia a quella del Terzo Reich e la polemica con Mosca non è ancora finita. Accuse, minacce, sabotaggi informatici contro l'Italia. Oggi pure un altro attacco della Russia al nostro Paese, colpevole di aver organizzato la conferenza per la ricostruzione. Mattarella tira dritto. Tutti contiamo che si avvi il negoziato "ma deve vincere il rispetto del diritto internazionale, la pace non può essere la resa alla sopraffazione del più forte".