"Volenterosi" per Kiev. Meloni mette insieme Usa e Ue contro Mosca

Scritto il 11/07/2025
da Adalberto Signore

Kellogg: "Conflitto globale, bene il cambio di linea di Trump". Svolta "operativa" di Starmer e Macron

Nel risoluto ondeggiare di Donald Trump tra una posizione quasi ostile a Kiev (memorabile l'agguato a Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca) e una manifesta insofferenza verso Mosca ("sull'Ucraina Putin sta dicendo un sacco di stronzate", l'ultimo affondo dell'ex tycoon), Giorgia Meloni si ritrova ad aprire la Ukraine Recovery Conference di Roma sotto i migliori auspici.

Nonostante le tensioni degli ultimi mesi tra Europa e Stati Uniti, infatti, all'appuntamento è presente Keith Kellogg, inviato speciale di Trump per Russia e Ucraina. Che, accompagnato da due senatori statunitensi (tra cui il repubblicano Lindsay Graham, grande sostenitore di sanzioni drastiche contro la Russia), partecipa anche alla call dei cosiddetti "Volenterosi", la coalizione europea nata su iniziativa di Regno Unito e Francia per cercare di colmare l'annunciato disimpegno sul fronte ucraino della nuova amministrazione americana. E alle cui riunioni Meloni ha partecipato in diverse occasioni, alcune controvoglia (vedi Parigi) e sempre ribadendo la necessità di "tenere unito" il fronte occidentale e insistendo perché anche Washington fosse "coinvolta". Che è esattamente quello che è accaduto ieri a Roma, con Meloni e poi Zelensky che hanno aperto l'incontro in videoconferenza a cui erano presenti una trentina di leader europei e non solo. Tra cui, per la prima volta, gli Stati Uniti. Circostanza che la premier italiana rivendica. "I nostri sforzi sono complementari a quelli dell'amministrazione statunitense e - dice - sono particolarmente orgogliosa che Kellogg e i senatori Graham e Blumenthal siano qui". Come da tempo "auspicato dall'Italia", aggiunge Meloni. E sul punto si spende anche Zelensky, parlando all'inizio della conference call, cui sono collegati da Londra anche il primo ministro inglese Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron. "Generale Kellogg - dice il leader ucraino - è fantastico che lei abbia aderito a questo formato ed è la prima volta. Grazie al presidente Trump, i suoi segnali sono molto importanti. Sono sicuro che in futuro potenzieremo insieme la coalizione dei Volenterosi".

Un cambio di passo, insomma, sembra esserci. Perché il sostegno o meno di Washington alla causa di Kiev cambia non solo le prospettive del conflitto voluto dalla Russia contro l'Ucraina, ma pure il quadro geopolitico globale. Nel suo essere ondivago, l'inquilino della Casa Bianca è ormai poco o per niente affidabile. Ma ieri Kellogg - che ha pure avuto un bilaterale con Meloni - nei colloqui a margine con alcune delegazioni si è esposto fino a dirsi "contento" che Trump si sia "spostato" sul "sostegno all'Ucraina", posizione che il generale spiega di aver "sempre sostenuto" perché quella tra Mosca e Kiev non è una guerra locale ma "un conflitto globale".

E, forse approfittando della presenza di Kellogg, sia Zelensky che Starmer e Macron ieri hanno spinto sull'acceleratore. Il primo ha ribadito la richiesta di armi (i sistemi Patriot su tutti), le sanzioni alla Russia e "un piano Marshall per Kiev". Tutti fronti su cui si è molto spesa anche Meloni, che ieri ha parlato con il leader ucraino di una possibile coproduzione tra Italia (Leonardo) e Ucraina di droni militari. I secondi, pur in collegamento da Londra, hanno saldato un'asse anglo-francese. E annunciato una svolta operativa dei cosiddetti "Volenterosi" di non poco conto. Dopo aver evocato "più pressione" su Putin, Starmer e Macron hanno fatto sapere che i piani per la forza di peacekeeping postbellica dei "Volenterosi" sono pronti, che Regno Unito e Francia mobiliteranno "fino a 50mila uomini" sul campo e che "un quartier generale della coalizione è già aperto a Parigi". Con a margine non proprio un dettaglio, cioè la firma della Dichiarazione di Northwood, base militari alle porte della capitale inglese. Un patto che prevede un coordinamento dei rispettivi deterrenti nucleari. Un "monito ai nostri nemici" che, dice Starmer, "ora sanno che qualore fossero attaccate le nostre due nazioni reagirebbero insieme". Un messaggio che ha un solo destinatario: Vladimir Putin.