Capuozzo: "Killer più pericolosi delle Brigate rosse"

Scritto il 14/09/2025
da Hoara Borselli

Il giornalista Toni Capuozzo: "Le Br erano isolate, ora gli odiatori poggiano su pareri prestigiosi"

Toni Capuozzo è un giornalista e scrittore molto esperto. Ha 77 anni, e quando ne aveva 20 ha fatto il ‘68. Scriveva su Lotta Continua. Conosce molto bene gli anni ’70. È un uomo di idee liberali, ama la pace, non la violenza, si occupa spesso di questioni internazionali.

Il ministro Luca Ciriani, commentando tante manifestazioni addirittura di esultanza per l’uccisione in Utah del giovane Charlie Kirk, ha parlato di clima da Br. È così?
«Noi italiani, quando ci troviamo di fronte a fenomeni di violenza politica, risaliamo alla nostra esperienza: quella degli anni di piombo e del terrorismo. Di sinistra e di destra. Che ha segnato la vita di un’intera generazione negli anni ’70 e ’80. Ma era un fenomeno che aveva delle particolarità molto italiane, Quello che è successo negli Stati Uniti è invece un episodio assolutamente americano. L’idea di uccidere il nemico ha sempre aleggiato nella storia politica americana. Pensa all’uccisione di John Kennedy, odi suo fratello Bob, odi Martin Luther King...».

C’è una somiglianza tra quegli omicidi e questo?
«No. la cosa che è molto preoccupante è il modo nel quale è maturato questo omicidio».

Come è maturato?
«In un clima nel quale i media e i social, e anche alcuni settori politici, hanno demonizzato gli avversari.
In particolare hanno demonizzato Trump. Questo non era avvenuto ai tempi dell’omicidio Kennedy, che non era odiato a livello di massa. Forse era odiato da un gruppetto che era stato coinvolto e poi abbandonato nel fallito sbarco a Cuba dell’anno prima. Anche Luther King era odiato dal Ku Klux Klan ma non da settori ampi di popolo. Stiamo parlando di circoli piccoli.
E nell’occasione di quei tremendi omicidi non ci furono esultanze che invece oggi leggiamo sui social».

Oggi esultanza e consenso?
«Oggi l’America è di fronte a un omicidio politico avvenuto con un certo contorno di preparazione del clima da parte dei media e del dibattito politico, e con un certo grado di approvazione sui social...».

Le Br non avevano consenso?
«Le Br erano una organizzazione clandestina, armata, che pretendeva di essere l’avanguardia di un movimento rivoluzionario. Qui c’è un killer solitario armato dalle campagne d’odio».
Le Br avevano un progetto? «Le Br progettavano una società socialista. Il loro era un disegno folle e sanguinario. Ma era un disegno.
Questo è un killer che non ha un progetto sociale».
Il professor Odifreddi, matematico e intellettuale di sinistra, ha detto: «Chi semina vento raccoglie tempesta». Tradotto: «se l’è cercata».
L’idea è che al vittima sia responsabile del proprio omicidio.
«È una cosa ignobile. Lo stesso discorso che fanno quelli che accusano la ragazza che viene violentata, dicendo che è successo perché indossava la minigonna...

Siamo tornati all’idea degli anni Settanta secondo la quale «uccidere un fascista non è reato»?
«Sicuramente siamo al trionfo della cultura nell’odio. A seminare odio sono quelli che vedono nell’avversario un nemico da abbattere.

Questi sono più preoccupanti delle Br?
«Le Br erano isolate. Il paese era abbastanza unito contro le Br. E infatti furono sconfitte. Questi invece poggiano su pareri di persone istruite e prestigiose, cattivi maestri».


Giorgia Meloni dice che si è creato un clima politico insostenibile.
«Il clima è quello che è.
Guai a farsi spaventare dalle campagne di odio».

L’odio dove nasce?
«La carenza di progettazione politica lascia spazio all’odio. E l’odio rischia di produrre delitti. Se una persona fragile pensasse di far fuori un putiniano, oppure un uomo di governo perché pensa che abbia venduto armi a Israele, non ci sarebbe troppo da stupirsi...»

Diventa complicato sostenere le proprie opinioni?
«È bastato che Mentana non usasse la parola genocidio, e contro di lui sui social è partito il linciaggio».

Si è sentito dire che questo omicidio è figlio delle politiche di Trump. C’è qualcosa di vero?
«È un modo meno coraggioso di dire quello che ha detto Odifreddi».

Quel clima di 40 e 50 anni fa lo ricordi?
«Si, non assomiglia a quello di oggi. Quello di allora era alimentato da un odio di classe collettivo. Oggi è tutto molto più labile. Per fortuna da noi le armi non circolano come in America».
Una deputata 5 stelle ha accusato Tajani di essere prezzolato da Israele.

L’Italia rischia di spaccarsi in due?
«No. Però c’è un pezzo di ceto politico che alimenta l’odio, semplifica, riduce tutto. I 5 stelle sono così.
Non dicono: io non sono d’accordo con lui. Dicono: “È pagato”, Questo comportamento nasce dall’incapacità di replicare, di argomentare È un po’ la stessa cosa che accadde quando si faceva politica con la clava giudiziaria... Quando non hai la strada maestra cerchi la scorciatoia».