L'Italia fuori dalla top-10 e l'allarme Mondiale

Scritto il 11/07/2025
da Franco Ordine

La notizia è deprimente: dopo quasi 5 anni, l'Italia è uscita dalla top 10 del ranking Fifa scivolando all'undicesimo posto. Responsabilità diretta della durissima sconfitta contro la Norvegia (33esima in quella classifica; ndr) che è costata la panchina da ct a Luciano Spalletti oltre che il successivo risicato 2 a 0 sulla Moldova che ha messo in salita per gli azzurri il girone di qualificazione al mondiale 2026. Dobbiamo rincorrere la Norvegia (12 punti, seguita da Israele con 6) e nel caso peggiore, da seconda classificata cioè, procedere a un ulteriore spareggio. Non è una bella notizia nemmeno per Rino Gattuso che ha invece accolto, con entusiasmo, la nomina a successore di Spalletti col compito disperato di centrare a tutti i costi l'obiettivo della qualificazione. Sul punto bisogna essere realisti: mancare il viaggio mondiale per la terza volta consecutiva sarebbe una perdita di reputazione e di appeal del calcio azzurro molto inquietante.

Persino dalle cronache del calcio-mercato arrivano segnali poco confortanti per il nuovo ct azzurro. La decisione di Retegui, capocannoniere della serie A, e uno dei due centravanti del club Italia, di accettare l'offerta economica dell'Arabia (su pressione della famiglia, ndr), non aiuta certamente Gattuso. Quel campionato, così lontano, e così al di sotto dello standard europeo, può restituirci un Retegui con le gomme sgonfie. E nel ruolo, bisogna aggiungere quest'altra nota, non abbiamo grandi provviste o alternative rassicuranti. Kean, finito sul mercato per via di una clausola da 52 milioni, sembra deciso a restare nel calcio che conta, per fortuna. Lucca potrebbe partire da Udine per Napoli dove però il titolare numero uno resterà Lukaku. Il giovane difensore ex Verona Coppola si è già trasferito in Inghilterra: sarà interessante cogliere i miglioramenti del giovanotto che ha debuttato, alla grande, contro Haaland proprio a Oslo la sera della pesante scoppola. Consapevole di questo scenario, Gabriele Gravina, presidente della Figc, offre il quadro della situazione senza giri di parole: "Dobbiamo rimboccarci le maniche e centrare l'obiettivo della qualificazione senza se e senza ma". Anche per lui e il suo governo appena insediato in via Allegri a Roma, un eventuale terzo fallimento mondiale produrrebbe una inevitabile crisi politica già rischiata dopo il deludente europeo tedesco.