Bullizzato da compagni, 15enne si uccide: i familiari scrivono alla Meloni e al Papa

Scritto il 14/09/2025
da Federico Garau

La terribile vicenda a Latina, dove un minorenne si è suicidato dopo le angherie subite. L'appello dei familiari

Non sopportava più le angherie alle quali veniva sottoposto quotidianamente, e così, a soli 15 anni, ha deciso di togliersi la vita: questa la storia di Paolo, un ragazzo di Latina bullizzato dai compagni di scuola. I familiari del giovane hanno deciso di rivolgersi al governo italiano, e al Papa, affinché simili tragedie non si ripetano più.

Paolo era un adolescente come tanti altri, eppure alcuni compagni lo avevano preso di mira. Un incubo che andava avanti da tempo e che pian piano aveva preso a logorarlo, causando fisiche più interiori che esteriori. Messaggi cattivi, insulti e persecuzioni di ogni genere hanno infine spinto il ragazzo a prendere la decisione più estrema e drammatica. Servendosi di del filo di uno strummolo (trottola napoletana), lo scorso 10 settembre il 15enne si è tolto la vita all'interno della sua stanza. Sul caso è stata aperta un'inchiesta da parte della Procura di Cassino: l'ipotesi di reato è istigazione al suicidio. I carabinieri stanno attualmente indagando su messaggi e file rinvenuti nel cellulare del ragazzo.

I familiari, devastati dalla tragedia, hanno deciso di rivolgersi alle autorità, lanciando un appello. "Mio fratello si è ucciso per colpa dei bulli che lo perseguitavano", si legge nella lettera che il fratello del giovane ha inviato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara e a Papa Leone XIV. Nella missiva, il fratello racconta che le denunce di Paolo erano sempre rimaste inascoltate. Pare infatti che i familiari del 15enne si fossero rivolti alla scuola per segnalare la situazione, non ottenendo però risposte concrete. "Ogni episodio rimasto senza risposte è un fallimento che pesa sulle famiglie colpite e sull'intera società", si legge ancora nella missiva."Chiedo che la morte di mio fratello e delle altre vittime non venga relegata nell'ombra e che vengano adottati con urgenza provvedimenti concreti e incisivi per contrastare il fenomeno del bullismo nelle scuole italiane. È indispensabile promuovere una cultura della prevenzione, della responsabilità e del rispetto".

La famiglia pretende attenzione e risposte. Giuseppe, il padre di Paolo, racconta al Messaggero che la scuola non ha mai preso sul serio il caso di suo figlio, ribattezzato dai compagni "Piccolo principe" per via della sua fragilità.

Intanto proseguono le indagini degli inquirenti, che si stanno concentrando sull'ultimo messaggio inviato da Paolo ai suoi amici. Nel messaggio, il 15enne chiedeva che gli fosse conservato un "posto in prima fila". I carabinieri stanno inoltre cercando di dare una cronologia ai messaggi e ai vocali contenuti nel cellulare del minorenne. Vanno infatti ricostruite le ultime ore del giovane.

L'appello della famiglia del ragazzo non è rimasto inascoltato. Il ministro Valditara ha espresso grande dolore per la vicenda ed ha annunciato che nei prossimi giorni verranno effettuate due ispezioni negli istituti (scuole medie e superiori) frequentati dal 15enne. Il ministro ha dichiarato ad Ansa che nelle prossime ore contatterà la famiglia. Sono state poi menzionate le nuove norme contro il bullismo, che sono state introdotte con la legge 70/2024. Secondo le nuove disposizioni, la scuola ha l'obbligo di intervenire, chiamando i genitori dei ragazzi coinvolti e attivando tutte le misure educative necessarie.