"Tante vittime - e fra loro quante madri, e quanti bambini! - dalle profondità del Mare nostrum gridano non solo al cielo, ma ai nostri cuori. Parecchi fratelli e sorelle migranti sono stati sepolti a Lampedusa, e riposano nella terra come semi da cui vuole germogliare un mondo nuovo", ha sottolineato il Pontefice. "Non mancano, grazie a Dio, migliaia di volti e di nomi di persone che vivono oggi una vita migliore e non dimenticheranno mai la vostra carità. Molti di loro sono diventati a loro volta operatori di giustizia e di pace, perché il bene è contagioso".
"Il soffio dello Spirito non venga a mancarvi mai!", ha esortato il Papa. "È vero, col passare degli anni può subentrare la stanchezza. Come in una corsa, può mancare il fiato. Le fatiche tendono a mettere in questione ciò che si è fatto e, a volte, anche a dividerci. Bisogna reagire insieme, stando uniti e aprendoci di nuovo al respiro di Dio. Tutto il bene che avete fatto potrebbe sembrare come gocce nel mare. Non è così, è molto di più!".
Sulla strada tracciata da Francesco
"Il mio 'grazie', che è il 'grazie' di tutta la Chiesa per la vostra testimonianza, prolunga e rinnova quello di Papa Francesco. 'Grazie' alle associazioni, ai volontari, ai sindaci e alle amministrazioni che nel tempo si sono succeduti; 'grazie' ai sacerdoti, ai medici, alle forze di sicurezza e a tutti coloro che, spesso invisibilmente, hanno mostrato e mostrano il sorriso e l'attenzione di un volto umano a persone sopravvissute nel loro viaggio disperato di speranza".
Il Pontefice ha poi richiamato il concetto di "globalizzazione dell'indifferenza", denunciata da Papa Francesco proprio a Lampedusa: "Sembra oggi essersi mutata in una globalizzazione dell'impotenza. Davanti all'ingiustizia e al dolore innocente siamo più consapevoli, ma rischiamo di stare fermi, silenziosi e tristi, vinti dalla sensazione che non ci sia niente da fare. Cosa posso fare io, davanti a mali così grandi?".
"La globalizzazione dell'impotenza è figlia di una menzogna: che la storia sia sempre andata così, che la storia sia scritta dai vincitori. Allora sembra che noi non possiamo nulla. Invece no: la storia è devastata dai prepotenti, ma è salvata dagli umili, dai giusti, dai martiri, nei quali il bene risplende e l'autentica umanità resiste e si rinnova".
Un possibile viaggio?
Il Papa ha aperto il videomessaggio con un saluto diretto ai partecipanti riuniti a Lampedusa: "Cari fratelli e sorelle! 'O'scia'!'. Il soffio, il respiro: questo vi augurate, salutandovi nel vostro dialetto. E così vi salutò nel 2013 il nostro amato Papa Francesco quando venne tra voi: fu il suo primo viaggio".
"Sapete che nella lingua della Bibbia il soffio, il respiro sono ciò che noi traduciamo 'lo Spirito'. E così, nel salutarci - oggi a distanza, ma spero presto in presenza, di persona - come credenti invochiamo gli uni per gli altri lo Spirito Santo, il soffio di Dio", ha aggiunto il Pontefice, lasciando intendere la volontà di recarsi personalmente in visita a Lampedusa.