Lecornu alla ricerca della fiducia dei partiti: stop al taglio dei festivi e aperture a Le Pen

Scritto il 14/09/2025
da Francesco De Remigis

La leader Rn: "No a politici codardi che offrono solo sacrifici"

«Quelli che dicono che il Fondo monetario internazionale è alle porte mentono, al pari di chi sostiene che la situazione possa rimanere com'è, bisogna ridurre il deficit e questo è l'oggetto delle consultazioni in corso». Parola del neo premier francese, Sébastien Lecornu. Dopo il dito puntato da Fitch sui governi di cortissimo respiro in Francia e i 4 premier in un anno (instabilità politica mista a incapacità di dar vita a una legge di bilancio che ha portato al declassamento del rating sovrano da «AA-» ad «A+») l'Esagono assume le sembianze di un ring di wrestling; ogni attore si rimbalza le responsabilità della crisi. Banche francesi contro la politica; l'ex premier bocciato dal Parlamento va al contrattacco dei partiti che non hanno sostenuto i suoi piani economici, scrollandosi ogni colpa. Lecornu condisce la sua prima intervista con segnali alla Francia rurale, spiegando alla stampa locale che c'è anzitutto l'urgenza di occuparsi dei «veri problemi quotidiani, sicurezza,

salute, potere d'acquisto, imprese».

La retrocessione da parte dell'agenzia statunitense è «principalmente una responsabilità politica», ha dichiarato ieri Daniel Baal, presidente della Federazione bancaria francese (Fbf), che riunisce circa 450 tra banche commerciali, cooperative, mutualistiche, nonché straniere che operano Oltralpe, parlando della Francia come del «malato dell'Ue». Ha chiesto al neo premier «un Bilancio di compromesso» per il 2026 e di chiudere l'era della «mancanza di dialogo e del disagio di gran parte della popolazione che non si sente ascoltata». Un dito nell'orbita della Macronie, insomma, a cui Bayrou, estromesso lunedì da Matignon, risponde chiamando in causa gli altri leader: «Un Paese portato dalle sue élite a negare la verità è condannato a pagarne il prezzo».

Il neo premier non ci sta a restare al palo. Si smarca dal predecessore annunciando «cambiamenti sostanziali», rupture e ripresa delle consultazioni aprendo alle opposizioni. Ps, ecologisti, comunisti inclusi. «Pronto a lavorare senza ideologia» sulle questioni di giustizia fiscale, dice, evocando tagli ai privilegi degli ex ministri. Il domani non è garantito, ma intanto ecco le prime modifiche alla bozza messa a punto da Bayrou prima della disfatta parlamentare. Una promessa strizza l'occhio ai lepenisti: «Entro il 2027», i cittadini dovranno avere un'offerta sanitaria

di prossimità, cioè un medico a 30 minuti al massimo da ogni famiglia. Poi il secondo coup de theâtre per placare piazze e sindacati che giovedì saranno in sciopero: il ritiro della proposta del predecessore di cancellare due giorni festivi dal calendario.

La leader del Rn sostiene che la Francia «non abbia più tempo da perdere con politici codardi che non hanno altro da offrire se non tagli per compensare negligenza». Le Pen accusa il macronismo di «incompetenza tossica celata dal Sistema sotto la maschera di un'arrogante competenza». Il ministro dell'Interno e leader dei Républicains, Bruno Retailleau, alleato di Lecornu, respinge le proposte dei socialisti per ridurre il deficit. L'accordo è lontano. Il neo premier sogna che lo «zoccolo comune» si allarghi. La finanziaria è attesa entro il 7 ottobre per poi essere discussa la settimana seguente in Aula. Pronte a valutare la capacità della Francia di rimborsare il debito Moody's il 24 ottobre e il 28 novembre Standard & Poor's. Il presidente del Medef, Patrick Martin, previene: se aumentano le tasse alle imprese, ci sarà una forte mobilitazione.