La malafede di chi nega il clima da Br

Scritto il 14/09/2025
da Francesco Maria Del Vigo

La colpa di Ciriani è aver alzato il sipario sull'"odio democratico", cioè quel vizio tipico della sinistra di mostrificare l'avversario, trasformandolo in un nemico da abbattere

Nel mondo al rovescio della sinistra italiana e mondiale, dire la verità palmare, scontata e financo banale - in questo caso drammaticamente banale - è un atto pericoloso, al quale consegue una immediata e violenta sequela di accuse e insulti. Un meccanismo rodato che macina ogni logica e tritura ogni riflessione. L'ultimo, in ordine temporale, a finirne vittima è stato Luca Ciriani, ministro dei rapporti con il Parlamento, colpevole di aver denunciato «il clima da Br» che circola in Italia. E, se qualcuno avesse nutrito qualche dubbio sul tasso di avvelenamento del Paese, la prova del nove è arrivata dalla violenza delle reazioni che hanno investito il politico. «Ciriani dovrebbe vergognarsi» (M5S), «Delira» (Pd), «Gli mettano la museruola» (Italia Viva). Un po' come se un piromane desse dell'incendiario

a un pompiere. La colpa di Ciriani è aver alzato il sipario sull'«odio democratico», cioè quel vizio tipico della sinistra di mostrificare l'avversario, trasformandolo in un nemico da abbattere. In tutti i modi. Perché, come dice uno dei loro mentori molto radical e molto chic, «le parole sono importanti». Se passi le tue giornate a dire che al governo ci sono i fascisti, a denunciare dittature e limitazioni della libertà inesistenti, a usare un linguaggio da guerriglia continua e a creare un fossato antropologico tra opposizione e maggioranza - con i primi che sono ottimati e i secondi barbari -, di fatto getti le basi per una violenza diffusa. Di più: se di fatto non condanni, ma quasi giustifichi o quantomeno comprendi l'assassinio di un conservatore trumpiano come Charlie Kirk, stai gettando il seme di una guerra civile a bassa intensità. Chi sventola parole di violenza e di odio (che poi sono

gli stessi che volevano zittire tutti con la scusa dell'hate speech) troppo spesso dimentica che quelle parole rotolando nell'opinione pubblica diventano una valanga che può innescare reazioni imprevedibili e tragiche. Vi ricorda qualcosa il nome di Massimo Tartaglia? Piazza del Duomo di Milano, 13 dicembre 2009, un uomo ferisce al volto Silvio Berlusconi con un modellino del Duomo suddetto. Al termine di una violentissima campagna d'odio nei confronti del Cavaliere. Perché, alla fine, un matto o un delinquente o un cretino che quell'odio lo prende sul serio e che quelle parole le trasforma in fatti, purtroppo, salta fuori.